Pupi & Pupara la storia della Sicilia di oggi, lontana dalle speranze che la morte di due grandi giudici come Falcone e Borsellino aveva in qualche modo alimentato in tutti i siciliani onesti.
Questa Sicilia non la sentirete mai raccontare da nessuno, non se ne trova il coraggio, non si vuole correre il rischio di essere impopolari, di toccare personaggi che non vanno toccati, di parlare di fatti che non vanno raccontati.
Per chi non la vive facile pensare che il sacrificio di uomini come Falcone e Borsellino sia servito a qualcosa. In effetti servito a far s che i pupara ne cogliessero lÕaspetto plateale, ne manipolassero il messaggio, si confondessero con camaleontici travestimenti e nuove strategie di comunicazione.
La mafia oggi fa in modo che venga distolta lÕattenzione su ci che continua a produrre, denigrando se stessa, mimetizzandosi dietro coperture di apparenza, giocando su un immaginario collettivo che la vuole tutta Òcoppola e luparaÓ.
Non pi cos, oramai da tempo. Noi siciliani ci facciamo raccontare in questo modo, analfabeti rugosi che da fatiscenti nascondigli costruiscono imperi economici senza neanche conoscere lÕalfabeto. Ci raccontano con visi bruciati dal sole, con il suffisso ÒDonÓ a precedere il nome di battesimo. Ci raccontano in brulli paesi piene di donne vestite a lutto e vecchi con la coppola adagiati su panchine al sole come lucertole. Ci raccontano tra fritto misto e arancini, tra cassate e cannoli.
Oggi tutto deciso da lecite commissioni, da quellÕantimafia che in nome e per conto di tutti detta le regole e decide le azioni.
La comunicazione alla base delle nuove strategie. Non servono pi i morti, servono le finte vittime, i finti pentiti, i finti estortori.
Questa Sicilia non la sentirete mai raccontare da nessuno, questo Pupi & pupara di Cesare Sciabarr
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