Elenco dei prodotti per fornitore Tutone
Fra le tradizioni di Palermo, va senzÄôaltro annoverato lÄôuso dellÄôanice per rendere pi__ gradevole e dissetante lÄôacqua fresca. Una poesia di Giovanni Meli in dialetto siciliano, scritta nel 1759, descrive un acquaiolo (acquavitaru) che vende acqua con anice (zamm__). E pi__ indietro nel tempo un disegno del 1724, ad opera del canonico Mongitore, ritrae un analogo venditore dÄôacqua che assiste tra la folla ad un rogo dellÄôInquisizione. Anticamente gli acquaioli giravano per le strade con una piccola cantimplora (la bozza) contenente acqua fredda, con una bottiglietta dÄôanice e con i bicchieri (gotti); dal 1860, qualcuno di essi si sistemava invece in un angolo di piazza con un deschetto (tavulidda) e la quartara.LÄôusanza dellÄôacqua con anice, dunque molto antica, risale secondo alcuni addirittura al periodo degli arabi, dalla cui lingua avrebbe origine la parola zamm__. Ma questo termine potrebbe derivare anche da samm__, comÄô_® chiamata in alcune regioni italiane la sambuca (liquore a base di semi dÄôanice).Se _® un mistero lÄôorigine etimologica dello zamm__, lo _® ancor pi__ la ricetta con cui viene distillato dai semi dÄôanice secondo le giuste dosi. Si tratta infatti di un segreto custodito in cassaforte da cinque generazioni della famiglia Tutone, trascritto in bella grafia su un quadernetto con copertina nera e fogli a quadretti, dove trovano spazio anche altre ricette di liquori derivati.Probabilmente questa formula dellÄôanice per acqua fu creata proprio dai Tutone nel 1813, utilizzando lÄôanetolo venduto in farmacia, ovvero lÄôolio essenziale che si ricava dai semi dellÄôanice stellato (questÄôultimo _® ancor oggi lÄôelemento fondamentale del prodotto, e viene importato direttamente dalla Cina Popolare). Si tratt__ di una ricetta nuova per la produzione di quello zamm__ che gi_ si usava da tanti secoli. E per evidenziare la distinzione si utilizz__ il nome di Anice Unico.La storia di questo prodotto ebbe inizio cos_¨ nel capoluogo siciliano, in piazza Fieravecchia (oggi piazza Rivoluzione) dove, allÄôombra della statua del Vecchio Palermo, cÄôera il chiosco dellÄôacqua dei Tutone. Esso era annesso a una tabaccheria di propriet_ della stessa famiglia, e si trattava di un negozio frequentato anche dallÄôaristocrazia palermitana, vicino comÄôera al Teatro Santa Cecilia, il pi__ importante teatro della citt_ fino al 1892. Fu consueto, fino ai primi del Novecento, vedere eleganti signore che facevano fermare le loro carrozze di fronte al chiosco per dissetarsi con acqua e anice.Lo studioso di tradizioni popolari Giuseppe Pitr_© descrisse quello e altri chioschi dellÄôepoca come ¬´fantastici, per i giganteschi bicchieri con pesci color dÄôoro e dÄôargento, per i limoni in mezzo allÄôacqua o contornanti lÄôedicola medesima, per le foglie verdi sparse qua e l_ in giro¬ª. Ai primi del Novecento, il progetto di un nuovo chiosco fu ordinato da Francesco Tutone allo studio di Ernesto Basile. Il chiosco non venne per__ mai realizzato, e oggi ce ne resta solo il disegno dellÄôarchitetto Antonio Lo Bianco, allievo del grande architetto liberty.Tornando allÄô800, la produzione dellÄôAnice Unico avveniva sempre nel locale di piazza Fieravecchia. Si preparavano forniture anche per lÄôesercito poich_© allora si faceva bere alla truppa senzÄôacqua, come energetico. Aggiunto invece allÄôacqua, _® uno straordinario dissetante con comprovanti benefici effetti tonico-digestivi, diuretici e carminativi (previene la formazione di gas intestinali).Agli inizi del Novecento, grazie al ministro e poi presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando, le bottiglie di questo prodotto cominciarono a essere presenti pure allÄôinterno di Montecitorio, inaugurando quella che _® oggi una consuetudine.Nel 1948 la produzione dellÄôAnice Unico si spost__ in un locale di 16 mq nel Palazzo Aiutamicristo, in via Garibaldi. Ancora un solo dipendente preparava e imbottigliava il tutto. Il passaggio alla produzione ¬´quasi industriale¬ª fu accompagnato da una simpatica promozione: ogni domenica delle graziose ragazze offrivano nei bar di via Ruggero Settimo delle bottigliette mignon di Anice Unico.Oggi lÄôazienda Tutone _® ancora a conduzione familiare: a dirigerla ci sono i tre cugini Fabiola, Barbara e Alfredo. LÄôAnice Unico _®prodotto in un attrezzato e moderno stabilimento di 400 mq che, acquistato dalla famiglia nel 1950, si trova sempre nellÄôarea del Palazzo Aiutamicristo. Nello stesso stabilimento vengono preparati e imbottigliati gli altri prodotti Tutone: lÄôAmaro, il Cuor di Limone, il Mistr_, il Maraschino, lÄôAlcool ecc.Il lavoro dellÄôazienda, ancora teso ad offrire ai consumatori dei prodotti genuini, _® ispirato dalla consapevolezza che, insieme al sapore e alla fragranza dellÄôanice, il nome Tutone si _® conquistato un posto fra le tradizioni di Palermo.
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